Retinopatia diabetica: cure e consigli per la dieta | La retinopatia diabetica e la maculopatia diabetica sono patologie oculari strettamente connessa al diabete. Oggi 900 mila persone in tutto il mondo sono non vedenti proprio a causa di queste malattie. Alla luce di questo dato allarmante, va da sè che informare la popolazione circa l’esistenza di patologie oculari causate dal diabete e fare l’opportuna prevenzione diviene sempre di più un’esigenza impellente. A questo proposito, la scienza ci ricorda che la prevenzione comincia anche a tavola. Vediamo in che modo.

Retinopatia diabetica: cure e suggerimenti per la dieta | Correlazione tra il consumo di pesce e la severità della retinopatia

Secondo i risultati di uno studio condotto dal Singapore Diabetes Management Project, una dieta ricca di pesce può limitare la gravità dei sintomi della retinopatia diabetica. Allo studio hanno preso parte 437 pazienti affetti da diabete di tipo 2, che per 3 anni consecutivi hanno risposto ad un questionario in merito al loro consumo di pesce quotidiano. Al termine dello studio, i ricercatori hanno evidenziato una correlazione tra il consumo di pesce, la retinopatia diabetica ed i livelli di colesterolo dei partecipanti.

Retinopatia diabetica: le conclusioni dello studio

Un maggiore consumo di pesce risulta avere un effetto protettivo contro la retinopatia diabetica ed un effetto positivo sui livelli di colesterolo nella popolazione asiatica, che culturalmente consuma più pesce di quanto non si faccia in altre zone del mondo. Un’evidenza, tuttavia, che è indubbiamente applicabile anche ad altre etnie e che dunque conviene tenere in considerazione qualora si soffra di diabete di tipo 2. (Fonte: Publmed.gov)

Perché il pesce esercita un’azione protettiva sull’apparato visivo?

Il pesce contiene Omega3, acidi grassi polinsaturi essenziali che il nostro organismo non è in grado di sintetizzare e che dunque possiamo introdurre solamente attraverso l’alimentazione. I loro benefici sono presto detti: gli Omega3 esercitano un’azione antiossidante ed antiradicalizzante, con effetti positivi sull’apparato cardiocircolatorio, sul livello dei trigliceridi e su tutti gli annessi cutanei. E non solo: gli Omega3 proteggono anche la vista, aiutando l’apparato visivo a lavorare al meglio delle proprie possibilità anche in condizioni di poca luce.

A chi si consiglia il consumo di pesce? Retinopatia diabetica, cura e dieta.

E’ evidente che chi soffre di diabete dovrebbe consumare almeno una o due porzioni di pesce (90gr) la settimana (fonte Who.int). Più in generale, e visti gli effetti positivi che gli Omega3 esercitano sull’intero organismo, il consumo di pesce con cadenza regolare è consigliato davvero a tutti, inclusi i bambini e gli anziani.

Quale pesce è meglio acquistare? Gli Omega3 sono presenti in tutti i tipi di pesce?

Ecco alcuni consigli utili per orientarsi nell’acquisto del pesce e per far il pieno di Omega3:

  • acquistare pesce azzurro di piccola taglia proveniente dai mari vicini. In questo modo, si avrà un pesce sempre freschissimo e molto poco contaminato da eventuali metalli o agenti inquinanti;
  • acquistare pesce pescato in mare aperto, perché si nutre di fitoplancton o di altri organismi a loro volta ricchi di Omega3. Il pesce d’allevamento, nonostante sia ugualmente buono e salutare, viene alimentato con mangimi e dunque potrebbe presentare livelli di Omega3 inferiori;
  • i pesci maggiormente ricchi di Omega3 sono: salmone, sgombro, aringa, tonno, sogliola, ma anche cozze e gamberetti;
  • anche il pesce di lago è ricco di Omega3, come la trota;
  • se acquistate pesce in lattina, abbiate cura di sgocciolarlo molto bene dall’olio di conserva, così da moderare l’apporto calorico.

Una regola generale per i pazienti diabetici

In linea generale, ai pazienti diabetici si consiglia di abbinare una dieta sana ad un po’ di attività motoria, oltre naturalmente a controlli medici periodici presso il cardiologo, il diabetologo e l’oculista. Essere coscienti delle caratteristiche della propria patologia e fare prevenzione sono infatti le basi per mantenersi sani il più a lungo possibile, evitando spiacevoli conseguenze innescate non solo dal diabete stesso, ma anche da patologie connesse, come la retinopatia e la maculopatia diabetica.

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Iniezioni intravitreali: come affrontarle bene e vincere l’asia è una questione che si pongono quasi tutte le persone che devono iniziare questo genere di percorso terapeutico.

Esse rappresentano un trattamento efficace per contrastare la progressione della degenerazione maculare senile essudativa. Il Mancherster Royal Eye Hospital ha recentemente pubblicato sulla rivista American Journal of Ophtalmology i risultati di una ricerca volta a valutare la presenza di ansia e depressione nei pazienti che si sottopongono alle iniezioni anti-VEGF per il trattamento della patologia. Tuttavia, molti dei timori sperimentati dai pazienti sono del tutto infondati. Cerchiamo di spiegarne i motivi. 

Premessa: cosa sono le iniezioni anti-VEGF

La terapia a base di iniezioni intravitreali anti-VEGF rappresenta un’arma efficace per contrastare la degenerazione maculare senile essudativa. Quest’ultima è una forma di degenerazione della macula – la parte centrale della retina, situata proprio in corrispondenza della papilla del nervo ottico – deputata alla visione centrale ed alla percezione del colori. Nella forma essudativa, la degenerazione maculare senile si verifica quando, sulla membrana sottostante alla retina, chiamata coroide, si ha una crescita anomala di vasi sanguigni, innescata da una particolare proteina detta VEGF. La ricerca medica ha messo a punto un farmaco, detto anti-VEGF, che permette di contrastare con efficacia questa proliferazione di vasi sanguigni e di offrire beneficio proprio a chi soffre di degenerazione maculare senile essudativa.

L’obiettivo della ricerca ed i suoi risultati

L’obiettivo della ricerca condotta dai ricercatori del Manchester Royal Eye Hospital era quello di sondare i livelli di ansia e depressione nei pazienti sottoposti ad iniezioni intravitreali, ovvero vagliare lo stato psicologico di chi si sottopone con una certa periodicità a trattamenti invasivi. Effettivamente, nonostante il miglioramento oggettivo del quadro clinico del paziente e dunque della capacità visiva, la ricerca ha evidenziato la presenza di ansia e depressione dovute alla paura di sottoporsi alle iniezioni intravitreali, soprattutto nelle prime fasi del trattamento. (fonte: Ajo.com)

In cosa consiste il trattamento con iniezioni intravitreali

La terapia consiste in tre iniezioni intravitreali seguite da altre, fino ad un totale di 6/8 iniezioni nell’arco del primo anno di trattamento. Recentemente peraltro, l’Unione Europea ha stabilito che l’oculista abbia facoltà decidere, compatibilmente con la risposta del paziente al trattamento, come cadenzare le iniezioni successive alle prime tre. (fonte Bayer.de).

Iniezioni intravitreali: come affrontarle bene senza ansia

Niente paura! Il segreto è affidarsi ad un oculista di grande esperienza

Il timore infondato che il farmaco non dimostri la sua efficacia e la paura (altrettanto infondata) di subire danni oculari a seguito delle iniezioni, contribuiscono ad alimentare uno stato di ansia e di depressione che trova miglioramento solamente laddove il medico dimostri comprensione ed empatia verso i pazienti, instaurando con essi un legame che trascenda la pura esecuzione di una pratica medica per sfociare nella costruzione di un vero rapporto di fiducia tra medico e paziente.

Un trattamento efficace, sicuro ed indolore

Le iniezioni intravitreali vengono praticate da oculisti esperti con aghi sottilissimi: non si tratta dunque di una procedura dolorosa, né pericolosa. Inoltre, queste iniezioni si sono dimostrate molto efficaci nel trattamento della patologia. E’ naturale sperimentare un po’ di ansia nel momento in cui ci si sottopone ad un intervento invasivo, ma la scelta di un oculista esperto con il quale instaurare un rapporto di fiducia basato sul dialogo, sicuramente vi aiuterà ad affrontare le iniezioni anti-VEGF con maggiore serenità.

 

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Giornata Mondiale della Vista: Neovision con SOI e IAPB

Campagna SALVA VISTA | In occasione della Giornata Mondiale della Vista, la SOI – Società Oftalmologica Italiana – lancia una campagna di sensibilizzazione alla prevenzione dal nome “La Vista di Salva la Vita” ed invita gli oltre 7000 medici oculisti italiani ad offrire 5 visite gratuite a chi non si è mai sottoposto ad un controllo oculistico specialistico nel corso della propria vita. Ad affiancare la SOI in questa campagna di informazione sul valore della vista, troviamo anche IAPB Italia Onlus e Fondazione Insieme per la Vista. Neovision accoglie con entusiasmo l’invito ed offre 15 visite gratuite, 5 per ciascuna delle sue tre sedi. 

L’obiettivo della campagna SALVA VISTA: restituire il giusto valore alla vista (e all’oculista)

La Giornata Mondiale della Vista è l’occasione per lanciare un’importante campagna di sensibilizzazione della popolazione nei confronti della figura del medico oculista e del suo ruolo fondamentale nell’aiutare a preservare e salvaguardare la nostra vista. L’operato del medico specialista oculista è sottostimato, nonostante i numeri parlino chiaro: i circa 7000 oculisti operanti su tutto il territorio nazionale salvano la vista ogni anno a circa un milione e trecentomila persone. Ciò è dovuto alla scarsa informazione rispetto ad alcune patologie oculari che, se non opportunamente trattate e curate, possono condurre i pazienti a gravi disabilità visive, condizioni di ipovisione o addirittura cecità.

Ridurre le distanze tra medico e paziente

Offrire una visita gratuita consente di ridurre le distanze tra l’oculista ed il paziente, offrendo una concreta opportunità di informazione in merito alle più comuni – e tuttavia insidiose – patologie oculari, come la cataratta, le maculopatie, il glaucoma e altre. In questo contesto, la SOI esorta ed invita gli oculisti italiani a mettersi a disposizione dei cittadini offrendo 5 visite gratuite al fine di sensibilizzare i cittadini ed informarli in merito all’importanza della prevenzione delle patologie oculari.

Neovision aderisce alla campagna SALVA VISTA lanciata dalla SOI

Stefano Rizza, Amministratore Delegato di Neovision, ha così commentato l’adesione di Neovision alla campagna “salva vista” promossa dalla SOI:

“Siamo felici di dare il nostro contributo a una delle Campagne salva vista più importanti di sempre, che offrirà in totale una media di 30.000 visite mediche oculistiche a chi non si è mai fatto visitare. In dettaglio, metteremo a disposizione le nostre competenze nelle tre cliniche oculistiche Neovision di Milano, da domani fino ad esaurimento dei posti disponibili. Ringrazio a nome del nostro network la SOI, la Fondazione “Insieme per la Vista” Onlus e IAPB Italia per quello che fanno quotidianamente per continuare a salvare la vista dei pazienti e per contribuire alle azioni di sostegno della professionalità dei medici oculisti italiani e della possibilità di metterli in grado di assistere adeguatamente i loro pazienti”.

A partire dall’11 ottobre sarà dunque possibile prenotare una delle 15 visite oculistiche gratuite offerte da Neovision.

PRIMA, un accurato e meticoloso controllo della salute degli occhi

Le visite oculistiche specialistiche che Neovision metterà a disposizione gratuitamente (fino ad esaurimento delle disponibilità) rispondono al nome di PRIMA. PRIMA non è un controllo veloce della capacità visiva ma è, al contrario, una visita accurata ed approfondita tanto degli occhi quanto della vista. Si tratta di un vero e proprio check-up completo, durante il quale lo specialista valuta lo stato di salute complessivo dell’apparato visivo, con riferimento anche agli eventuali difetti visivi o patologie oculari.

Un vero e proprio “percorso” diagnostico ed informativo

La salute degli occhi e la capacità visiva vengono valutati, nel corso della nostra visita oculistica specialistica PRIMA, attraverso una serie di esami accurati: OPD Scan, autorefrattometria, autocheratometria, topografia corneale, pupillometria, cristallino in retroilluminazione, potere accomodativo, tonometria, pachimetria centrale, refrazione, visione binoculare, test lacrimali, biomicroscopia, retinografia ed esame del fondo oculare. Un vero e proprio percorso, accurato ed approfondito, per valutare lo stato di salute degli occhi e , la capacità visiva, ma soprattutto ed anche, in questo contesto, per informare circa le caratteristiche intrinseche dell’incredibile dono della vista e l’importanza di averne cura. Una grande opportunità di controllo ma anche di informazione, che Neovision ha piacere oggi di offrire in forma gratuita, fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Vuoi prenotare la tua visita oculistica specialistica gratuita?

Aderisci anche tu alla campagna SALVA VISTA se non ti sei mai sottoposto ad una visita oculistica specialistica, prenota gratuitamente la tua visita PRIMA chiamando lo 02 3031 7600 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00.

Scopri SMART

correre fa bene alla vista

Non è la prima volta che sottolineiamo l’importanza di svolgere attività all’aria aperta per il benessere di tutto l’organismo, la buona ossigenazione dei tessuti e la prevenzione dell’invecchiamento. Alcune ricerche hanno addirittura messo in luce la diretta correlazione tra l’attività sportiva – nello specifico la corsa – ed il benessere visivo: vediamole nel dettaglio.

Attività sportiva e glaucoma

E’ risaputo che correre faccia bene all’apparato cardiocircolatorio ed al cuore nello specifico. E non solo: stando ad una ricerca pubblicata nei giorni scorsi su American College & Sports Medicine, più ci si mantiene in forma ed in movimento, e meno si corre il rischio di sviluppare il glaucoma. Il glaucoma è una patologia dell’occhio che porta ad un’alterazione della pressione intraoculare e che, sul lungo periodo, può danneggiare il nervo ottico e condurre ad una grave perdita di vista. Nel corso della ricerca, gli studiosi hanno preso in esame più di 9500 pazienti tra i 40 e gli 81 anni: il risultato è stato che i pazienti più attivi e sportivi, che praticavano attività aerobica ogni giorno, avevano la metà delle possibilità di sviluppare il glaucoma nei successivi sei anni. Stando alle conclusioni dello studio, una corsa di 10 miglia (16 km circa) la settimana sarebbe sufficiente a dimezzare il rischio di andare incontro al glaucoma. 

Perché correre aiuta a prevenire il glaucoma?

Vi domanderete come l’attività sportiva ed in particolare la corsa possano aiutare a diminuire il rischio di sviluppare il glaucoma. Gli studiosi non hanno dubbi: la corsa riesce ad abbassare la pressione intraoculare, ovvero il primo rischio per lo sviluppo della patologia. Una sola sessione di corsa può apportare già dei benefici all’apparato visivo riducendo la pressione intraoculare, ma correre tutte le settimane in modo costante riesce a controllarla in modo costante garantendo ottimi benefici anche sul lungo periodo.

Fonte: Medicine & Science in Sport Exercise

Running e degenerazione retinica

Secondo uno studio condotto dai ricercatori della Emory University Of Atlanta, correre farebbe bene anche a chi già soffre di degenerazione retinica. Un’ora di corsa al giorno per cinque giorni arginerebbe i sintomi di varie patologie retiniche, inclusa la maculopatia degenerativa senile. I pazienti “inattivi”, al contrario, sarebbero più soggetti a sviluppare maggiori sintomi di questo genere di patologie. Insomma, anche la retina riuscirebbe a trarre beneficio dalla corsa, anche se è doveroso precisare che in questo caso la ricerca è stata condotta, sino ad ora, solamente sui topi.

Fonte: Eyecenter.Emory.Edu

Correre fa bene alla vista

Alla luce degli studi sopra citati, è evidente che correre eserciti una lunga serie di effetti benefici su tutto il nostro organismo ed in particolar modo sul nostro apparato visivo, prevenendo o ritardando l’insorgenza di talune patologie e limitando i sintomi fastidiosi di altre. Senza contare il generale apporto benefico all’apparato cardiocircolatorio, al tono muscolare e, non ultimo, all’umore.

aloe vera benefici per gli occhi

La pianta dell’Aloe vera presenta una vasta gamma di proprietà benefiche per il nostro organismo. Conosciuta fin dai tempi antichi dalle popolazioni di tutto il bacino del Mediterraneo, del Medio Oriente e oltre, l’aloe è una pianta piuttosto resistente e facile da gestire, a tal punto che potete provare a piantarla anche sul vostro balcone di casa. Se non vi piace l’idea di tenerla sul balcone o non avete molto spazio, potete anche valutare l’idea di tenerla in casa: l’aloe vera è anche una bellissima pianta d’appartamento, capace di arredare con gusto e di depurare l’aria. 

Aloe vera: coltivazione

La pianta di aloe vera si semina in primavera e si rinvasa una volta l’anno sempre durante la bella stagione. Non richiede potature, ma solo l’accortezza di staccare eventuali foglie secche.  Se vivete al centro nord e volete coltivare la vostra aloe vera all’aperto, assicuratevi di posizionarla in un luogo riparato, possibilmente esposto a sud, dove essa sia protetta dalle gelate invernali: se necessario, durante le notti più fredde copritela con un tessuto traspirante. Fate inoltre in modo che il suolo non sia troppo umido, quindi se possibile aggiungete della sabbia e somministrate del solfato di potassio. Se vivete al sud, invece, sarà sufficiente il solfato di potassio, così da irrobustire la pianta e renderla più resistente al freddo. Se intendete coltivare l’aloe vera in vaso all’interno della vostra abitazione, abbiate l’accortezza di tenerla lontano dai termosifoni e di tenere il sottovaso sempre asciutto: le radici dell’aloe vera, se sottoposte ad eccessiva umidità od irrigazioni troppo frequenti, tendono a marcire. Sarà sufficiente bagnare la terra – e mai le foglie – un paio di volte al mese.

Aloe vera: proprietà

La pianta dell’aloe vera presenta moltissime proprietà benefiche per il nostro organismo. Dalla pianta si ricavano succhi per uso interno ed un prezioso gel per uso esterno. Se coltivate la vostra pianta di aloe vera autonomamente, potrete attingere al gel che si trova naturalmente nelle sue foglie per uso esterno. Per quanto riguarda il succo, invece, è sempre bene acquistarlo in erboristeria o nei negozi specializzati, poiché si tratta di una preparazione piuttosto delicata.

Ecco i benefici del succo di Aloe vera

  • è disintossicante, aiuta fegato ed intestino a liberarsi dalle tossine
  • aiuta a migliorare i processi digestivi
  • migliora i sintomi dei disturbi del tratto gastrointestinale, quali ulcere, gastriti, coliti e altro
  • grazie ad una preziosa sostanza chiamata Acemannano, rinforza il sistema immunitario
  • è un potente antiossidante, e di conseguenza anche un antitumorale
  • è un ottimo antibatterico, perfetto per l’igiene del cavo orale

Proprietà dell’aloe vera per la vista e per gli occhi

Le malattie dell’apparato visivo si possono prevenire a tavola, con una corretta alimentazione ed abbinando ad essa tanta attività fisica all’aperto. Al giorno d’oggi i nostri occhi sono costantemente sottoposti ad un affaticamento di gran lunga superiore a quello che si poteva immaginare solo pochi anni fa. Questo è dovuto all’incremento esponenziale dell’uso di supporti tecnologici che caricano l’apparato visivo di una mole di lavoro capace di stancarlo, debilitarlo ed accelerarne l’invecchiamento. Non a caso molti disturbi della vista e difetti visivi fanno spesso la loro comparsa già in fasce d’età piuttosto giovani. Esistono però degli accorgimenti e delle buone abitudini che consentono di proteggere la vista, rafforzando gli occhi in modo efficace ma pur tuttavia semplice e naturale.

Una buona abitudine per mantenere gli occhi giovani e sani

Una di queste abitudini è proprio l’assunzione di succo di aloe vera – è un potente antiossidante ed antinfiammatorio naturale – che se abbinato ad ingredienti alcalinizzanti (come il limone, per esempio) e la frutta secca, può rivelarsi un vero toccasana per gli occhi e per tutto l’organismo più in generale, regalando un vero e proprio boost di giovinezza, grazie alle sue grandi proprietà antiossidanti ed antinfiammatorie. Non dimentichiamo, inoltre, che alcune delle patologie più note dell’apparato visivo, come la cataratta e la degenerazione maculare senile, sono dovute all’invecchiamento dei tessuti: assumere in modo naturale ingredienti sani che aiutino a mantenere i tessuti giovani e ben ossigenati può aiutare a prevenire l’insorgenza o a ritardare la comparsa di questo tipo di patologie.

raggi solari dannosi quali sono 2

Estate è sinonimo di gite fuori porta, vacanze al mare o passeggiate in montagna: immancabili  attività all’aria aperta. Attenzione però ai raggi solari: nonostante il loro calore sia gradevole e la loro luce conferisca al nostro stato d’animo ottimismo, positività ed energia, essi possono rivelarsi un nemico insidioso per i nostri occhi. In un recente articolo pubblicato su Eye Doctor dal nostro direttore scientifico Lucio Buratto in collaborazione con il collega Vittorio Picardo, si legge quali sono i raggi dannosi per i nostri occhi, perché lo sono e come proteggersi durante l’esposizione al sole e le attività all’aria aperta.

Conosciamo meglio lo spettro luminoso

I raggi solari non sono tutti uguali. Essi si possono raggruppare sommariamente in tre macro categorie di radiazioni:

  • ultraviolette: che non sono visibili
  • visibili: che penetrano nel nostro occhio e permettono la visione
  • infrarosse: quelle che ci danno la sensazione di calore

Radiazioni ultraviolette, il nemico dei tuoi occhi

Sono le radiazioni ultraviolette a rappresentare un nemico per i nostri occhi. La loro lunghezza d’onda è particolarmente lunga e tuttavia esse sono invisibili. A differenza delle radiazioni infrarosse, inoltre, queste sono fredde, motivo per cui non vengono in alcun modo percepite dal nostro occhio, né dalla nostra epidermide. Non solo: mentre le radiazioni visibili innescano il riflesso automatico di restringimento della pupilla, le radiazioni ultraviolette no.

Le radiazioni ultraviolette non mettono a repentaglio il nostro benessere visivo solamente in estate: esse sono presenti tutto l’anno anche quando il sole non splende, perché riescono a penetrare le nuvole. Inoltre, la sabbia e la neve riflettono le radiazioni ultraviolette, cosicché all’effetto dannoso di quelle irradiate dal sole, si somma quello delle radiazioni riflesse.

Tipologie di radiazioni ultraviolette

Le radiazioni ultraviolette si distinguono in UVA, UVB e UVC a seconda della loro lunghezza d’onda. Cambia dunque la loro capacità di penetrare l’occhio umano. Si tenga presente che le radiazioni ultraviolette non provengono solamente dal sole, ma anche da fonti di tipo artificiale, come per esempio le lampade abbronzanti, le lampade germicide, alcuni tipi di saldatrici ed in generale tutti gli strumenti che emettono raggi UV.

Malattie causate dalla radiazioni ultraviolette

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha identificato 10 malattie delle quali sono responsabili le radiazioni ultraviolette. Di queste, le prime cinque che citiamo colpiscono l’apparato visivo. Vediamole:

  1. Cheratocongiuntivite attinica
  2. Cataratta corticale
  3. Degenerazione maculare
  4. Pterigio
  5. Carcinoma squamoso della cornea o della congiuntiva
  6. Melanoma
  7. Carcinoma squamoso della pelle
  8. Carcinoma basocellulare
  9. Cheratosi
  10. Attivazione dell’herpes labiale (già presente nel corpo)

Come avviene il danno oculare da radiazioni ultraviolette

Le radiazioni ultraviolette, come detto, riescono a penetrare l’occhio senza che questo metta in atto alcun meccanismo di difesa. La cornea ed il cristallino assorbono le radiazioni ultraviolette, così come la retina. I tessuti colpiti cambiano a seconda della lunghezza delle onde e quindi in funzione della capacità di penetrazione delle stesse. Più lunghe saranno le onde, più tessuti riusciranno a colpire, fino ad arrivare alla retina.

Radiazioni ultraviolette e cataratta

La cataratta è una malattia fisiologica del cristallino, che con l’avanzare dell’età si opacizza in modo naturale, progressivo ed irreversibile. Le radiazioni ultraviolette non ne sono direttamente responsabili, tuttavia è bene sottolineare che esse possono concorrere all’accelerazione dell'”invecchiamento” del cristallino, anticipando l’insorgenza della cataratta. Questo perchè il cristallino assorbe sia i raggi UVA che i raggi UVB.

Come proteggere gli occhi dalle radiazioni dannose?

Per proteggere gli occhi dalle radiazioni dannose è bene indossare sempre lenti protettive o occhiali da sole. Spesso si preferiscono occhiali scuri, con lenti colorate, capaci di ridurre il fastidio dato dall’abbagliamento e di rendere la visione più rilassante. Si tenga tuttavia conto del fatto che le lenti scure inibiscono il riflesso di restringimento della pupilla, andando paradossalmente ad agevolare la penetrazione dei raggi solari nell’occhio. Insomma attenzione, perché la colorazione scura non è sempre sinonimo di elevata protezione. A proposito di protezione, la Commissione Internazionale sulla Protezione da raggi non ionizzanti ha dettato delle normative ben precise in merito alla protezione da applicare a lenti oftalmiche e filtri da sole. La normativa relativa a questi ultimi al momento è la più severa, mentre per quanto riguarda le lenti oftalmiche, non sempre queste sono sufficienti a proteggere adeguatamente l’occhio dai raggi dannosi del sole.

Fonte: EyeDoctor

 

Operazione cataratta - Intervento cataratta

Soffri di una patologia sistemica che ha effetti anche sulla tua vista, come il diabete? Oppure hai una retinopatia causata da una maculopatia? O ancora, il tuo problema è il glaucoma? Un semplice controllo una tantum può non bastare. Ecco perchè Neovision ha pensato a In Salute, una visita accurata del tuo apparato visivo, pensata per valutarne lo stato di salute e per definire un programma di cura e di monitoraggio dell’eventuale patologia. Vediamo meglio di che si tratta.

Soffri o sospetti di soffrire di una patologia oculare?

Vi sono alcune patologie oculari che è bene non trascurare e che, anzi, è importante diagnosticare con attenzione, tenere monitorate nel tempo e curare opportunamente. Tra queste patologie, troviamo:

  • tutte le retinopatie, a prescindere dalla loro origine, che può risiedere in una malattia sistemica (come il diabete), oppure in una malattia della retina (come la degenerazione maculare, il pucker maculare o il foro maculare)
  • il glaucoma
  • il cheratocono

In Salute, la visita pensata per chi soffre di una patologia oculare importante

Le malattie sopra citate possono subire, nel tempo, un’evoluzione. Ecco perchè una visita molto approfondita è fondamentale per stabilirne l’avanzamento, oltre ad un vero e proprio programma che consenta di tenerle controllate e di mettere a punto la terapia più idonea al loro trattamento.

La visita che abbiamo messo a punto per questo scopo prende il nome di In Salute, ed include una serie di esami approfonditi della vista e dello stato di salute generale dell’apparato visivo. Gli esami sono numerosi ed approfonditi, ed includono quelli già presenti nella nostra visita oculistica PRIMA, cioè:

  • opd scan
  • autorefrattometria
  • autocheratometria
  • topografia corneale
  • pupillometria
  • cristallino in retroilluminazione
  • potere accomodativo
  • tonometria
  • pachimetria centrale
  • refrazione
  • visione binoculare
  • test lacrimali
  • biomicroscopia
  • retinografia
  • esame del fondo oculare

ai quali andremo ad aggiungerne altri esami della vista più approfonditi, quali:

  • biometria ottica: è la misurazione del bulbo oculare
  • endoteliometria: è la conta delle cellule dell’endotelio, una parte importante della cornea
  • oct del segmento posteriore: è un’approfondita analisi della retina e del suo flusso sanguigno
  • gonioscopia scheimpflug: è l’esame dell’angolo irido – corneale
  • tonometria di goldmann: è l’esame della pressione dell’occhio
  • esame del campo visivo: è l’esame del campo di visione

Da non dimenticare prima della tua visita In Salute

Se hai prenotato la tua visita In Salute, non dimenticare di portare con te tutta la documentazione relativa alle visite oculistiche effettuate in precedenza, oltre alla lista di eventuali farmaci che assumi. Inoltre, se ti è possibile, fatti accompagnare da qualcuno: durante la visita ti verranno messe alcune gocce di collirio per dilatare la pupilla.

Se invece non hai ancora prenotato la tua visita In Salute

Se non hai ancora prenotato la tua visita In Salute e pensi di soffrire di una patologia oculare, allora chiamaci subito allo 02 3031 7600 dal lunedi al venerdi.

 

 

 

 

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FUMO E OCCHI | Il fumo di sigaretta, non è una novità, rappresenta una cattiva abitudine che può nuocere in modo anche irreversibile al nostro organismo, pregiudicando la nostra salute e mandandoci incontro a spiacevoli patologie che avremmo potuto forse evitare se avessimo rinunciato a questo vizio così diffuso. Anche il nostro apparato visivo può pagare le conseguenze di questa pessima abitudine alla quale molti non sanno proprio rinunciare.

Fumo di sigaretta, danni ai polmoni e non solo

Chi ha il vizio del fumo tende a valutare e soppesare quasi esclusivamente i danni che la sigaretta arreca all’apparato respiratorio ed in particolare ai polmoni. Non è infrequente, infatti, imbattersi in immagini di polmoni “anneriti” dal catrame della sigaretta, a fronte di polmoni sani, rosei e ben ossigenati. Eppure, il tabagismo porta tutta una lunga serie di danni non solamente ai polmoni, ma anche alla pelle, ai denti, alla bocca. In generale, fumare fa “invecchiare prima”, riduce l’ossigenazione cellulare e predispone all’insorgenza dei tumori.

Fumo di sigaretta, un nemico anche per i tuoi occhi

E’ risaputo quanto l’apparato visivo sia prezioso e delicato, e quanto sia importante proteggere i nostri occhi dagli effetti negativi, per esempio, dei raggi UV. Chi di noi non si preoccupa di proteggere gli occhi, soprattutto durante la stagione estiva, con un buon paio di occhiali da sole? Eppure spesso ci dimentichiamo che anche la sigaretta è gravemente dannosa per il nostro apparato visivo. Il fumo danneggia gli occhi e predispone ad una lunga serie di disagi e patologie altrimenti evitabili.

Vediamo nel dettaglio le conseguenze negative del fumo di sigaretta sull’apparato visivo:

  • in primis, le donne in gravidanza non dovrebbero nè fumare, nè avere a che fare con il cosiddetto “fumo passivo”. Fumare in gravidanza potrebbe arrecare danni anche all’apparato visivo del nascituro. Le donne in gravidanza, inoltre dovrebbero evitare di fumare anche perchè potrebbero andare incontro a spiacevoli complicanze durante il travaglio ed il parto.
  • sindrome dell’occhio secco: questa sindrome è forse uno degli effetti più evidenti che il fumo di sigaretta possa produrre. Gli occhi di un fumatore bruciano e si arrossano molto di più di quelli di un non fumatore. Il fumo negli occhi (perdonateci il gioco di parole) danneggia i vasi sanguigni, irrita il bulbo oculare e lo indebolisce. Va da sè che gli occhi di un fumatore sono più vulnerabili ad infezioni e ad altre patologie che possono subentrare successivamente.
  • uveite: proseguendo nella carrellata dei problemi connessi con il fumo di sigaretta, non possiamo non citare l’uveite. Si tratta di una infiammazione dell’uvea, ovvero quella parte dell’occhio situato tra la retina e la sclera. I sintomi, anche in questo caso, sono decisamente fastidiosi: irritazione, arrossamento, bruciore, fotofobia, gonfiore palpebrale e lacrimazione.
  • cataratta: si sa che la cataratta generalmente è un fenomeno tipico degli over 65 (se non consideriamo la variante congenita, naturalmente). Eppure, alcuni studi hanno dimostrato che gli over 65 fumatori hanno il doppio delle possibilità di sviluppare la cataratta rispetto ai loro coetanei che non hanno il vizio del tabagismo.
  • retinopatia diabetica: anche qui, il rapporto è di uno a due. I fumatori hanno ben il doppio delle possibilità di sviluppare un diabete di tipo 1 e 2 e dunque di conseguenza una retinopatia diabetica rispetto ai non fumatori.
  • degenerazione maculare senile: alcuni studi hanno dimostrato che i fumatori hanno da 3 a 5 possibilità in più di sviluppare una degenerazione maculare senile rispetto ai non fumatori. Come nel caso della cataratta, è vero che si tratta di una patologia tipica dell’età avanzata, ma smettere di fumare abbassa il rischio di andare incontro ad essa.

I buoni motivi per smettere di fumare sono innumerevoli, ed abbiamo voluto focalizzarci sui danni che il fumo di sigaretta arreca all’apparato visivo, che già da soli non sono affatto pochi.

prima campagna nazionale maculopatia

Si è conclusa il giorno 23 febbraio la prima Campagna Nazionale per la Prevenzione della Maculopatia, una grande occasione di prevenzione offerta da ben 17 centri dislocati su tutto il territorio nazionale. La campagna, promossa da IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano e Centro Ambrosiano Oftalmico, con il patrocinio del Ministero della Salute e della SOI, ha suscitato grande interesse ed ha visto una grande partecipazione da parte della popolazione, che si è mostrata molto sensibile al tema della prevenzione. 

Due parole sulla maculopatia

La degenerazione maculare senile è una malattia che esordisce generalmente dopo i 50 anni e che colpisce la macula, una delicata parte della retina deputata alla corretta visione centrale. Esistono due tipologie di degenerazione maculare senile, quella atrofica e quella essudativa, oltre ad altre tipologie connesse ad altre patologie, come il diabete o la miopia forte. E’ evidente che sottoporsi ad una visita specialistica dell’occhio dopo i 50 anni sia fondamentale per valutare l’eventuale presenza dei primi sintomi della maculopatia e, più in generale, per monitorare lo stato generale di salute dell’apparato visivo.

Nuove disponibilità aperte da oggi in Neovision

Visto il grande successo della Prima Campagna Nazionale di Prevenzione e Diagnosi della Maculopatia e la notevole mole di richieste pervenute, Neovision ha aperto nuove disponibilità su Milano così da dar modo a chi ancora non è riuscito ad accedervi di prenotare il proprio screening gratuito.

Le nuove disponibilità sono aperte in Neovision: prenota subito il tuo appuntamento di screening gratuito per la diagnosi e la prevenzione della maculopatia, cliccando sulla pagina ufficiale per le prenotazioni. Ti ricordiamo che, poichè la maculopatia è è una malattia dell’occhio tipica dell’età matura, lo screening è rivolto indicativamente agli over 50.

Cogli al volo quest’ultima occasione di testare gratuitamente lo stato di salute dei tuoi occhi: prenota oggi stesso il tuo screening gratuito per la Prevenzione e la Diagnosi della Maculopatia presso Neovision Cliniche Oculistiche.

Vuoi prenotare una visita o informazioni sui nostri interventi?

Chiamaci allo 02 3031 7600 dal lunedì al venerdì dalle 9.00 alle 19.00. Se preferisci, compila il modulo sottostante e premi INVIA, ti risponderemo al più resto!

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Sembra un titolo da romanzo di fantascienza, eppure il futuribile non è mai stato così vicino. E’ notizia di questi giorni, infatti, che Deep Mind, l’Intelligenza Artificiale sviluppata da Google, sarebbe in grado di diagnosticare alcune malattie della retina sulla base dell’osservazione di immagini. Ma facciamo qualche passo indietro, e cerchiamo di vederci chiaro.

Innanzitutto, cos’è Deep Mind?

Deep Mind nasce come società britannica dedita allo sviluppo di algoritmi volti a progettare una intelligenza artificiale. L’obiettivo era inizialmente quello di sviluppare videogiochi, ma dalla sua acquisizione da parte di Google nel 2014, il focus dell’operato si è spostato dai giochi alla medicina predittiva. Fantascienza? No, realtà.

Perchè applicare Deep Mind alla medicina?

Al fine di effettuare alcune simulazioni nel campo della medicina predittiva, Google avrebbe acquisito un’ingente mole di dati relativamente ai pazienti in cura presso il servizio sanitario britannico, con l’obiettivo di mettere a punto nuove tecniche di screening della popolazione al fine di diagnosticare tempestivamente l’esordio di alcune malattie, avvalendosi dell’ausilio della tecnologia. Come detto, dunque, si tratta di medicina predittiva, ovvero volta a prevedere e diagnosticare con tempestività una serie di patologie.

E in campo oculistico?

E’ notizia di questi giorni che Deep Mind ha analizzato migliaia di referti di OCT (tac della retina) di pazienti britannici, per testare un nuovo algoritmo avente l’obiettivo di individuare i primissimi segni di una patologia della retina in modo più veloce di quanto potrebbe fare uno specialista “umano”.

I test sono stati condotti a Londra in collaborazione con il Servizio Sanitario Nazionale ed il Moorfields Eye Hospital, uno dei centri d’eccellenza in campo oculistico a livello mondiale. Poichè le immagini fornite all’intelligenza artificiale includevano milioni di pixel di informazioni, l’algoritmo è stato “allenato” ad individuare i segni di tre patologie: glaucoma, retinopatia diabetica e maculopatia degenerativa senile.

Leggi anche: che cos’è l’OCT

Un modello che trova applicazione in tante specialità

L’uso di Deep Mind in ambito medico predittivo, per ora testato solo in ambito oculistico, trova peraltro sbocco in tutte quelle specialità mediche che normalmente si avvalgono della diagnostica per immagini. Una volta sviluppato l’algoritmo che consente di diagnosticare ciascuna malattia, ed “allenata” l’intelligenza artificiale alla sua individuazione, si otterrebbe uno strumento capace di effettuare diagnosi tempestive praticamente in qualunque specialità medica.

L’uso di questo tipo di tecnologia applicata alla diagnostica, potrebbe snellire alcuni processi all’interno degli ospedali ed alleggerire i sistemi sanitari di molti paesi del mondo, attualmente oberati di lavoro, dov’è noto che le liste d’attesa per le visite ed i tempi necessari per il conferimento dei referti sono, ad oggi, troppo lunghi. Tuttavia, è bene precisare che, anche se questo tipo di tecnologia guarda al futuro e sarà sicuramente di grande aiuto per snellire i processi ed accelerare i tempi del sistema sanitario “convenzionale”, in alcun modo potrà sostituirsi alla perizia, all’esperienza ed alla conoscenza di un medico specialista “in carne ed ossa”.

Se i risultati dei test dovessero essere approvati dal mondo accademico, questo tipo di tecnologia applicata alla diagnostica potrebbe diventare tuttavia molto presto una realtà quotidiana in gran parte degli ospedali. Naturalmente, il modello del quale vi abbiamo parlato necessita di essere implementato e sottoposto ad ulteriori test, ma senza dubbio apre la strada ad un futuro nel quale i specialisti che si occupano di diagnostica per immagini si potrebbero avvalere di un braccio destro decisamente “bionico” ma sicuramente di grande aiuto.