
I bambini in età scolare e prescolare possono riscontrare disturbi dell’apprendimento di diverso tipo. Alcuni di questi disturbi possono essere collegati a difetti visivi come miopia, astigmatismo ed ipermetropia, oppure a problemi come l’ambliopia, detta anche “occhio pigro”, e lo strabismo. A scuola i bambini imparano a leggere e scrivere, ma anche sviluppare le proprie capacità sociali. Quanto influisce la vista sull’apprendimento scolastico? In questo delicato e singolare periodo storico, che vede i bambini far ritorno sui banchi dopo mesi di assenza dovuta all’emergenza Coronavirus, ripartire al massimo delle proprie possibilità è più che mai fondamentale.
Il legame fra vista e disturbi dell’apprendimento
I concetti di apprendimento e di capacità visiva sono strettamente legati tra loro. Un bambino che vede bene a tutte le distanze e con entrambi gli occhi, è un bambino che potrà guardare alla lavagna e scrivere sul suo quaderno senza incertezze, leggere un testo con un grado sempre maggiore di autonomia, scorrere lo sguardo tra le righe, catturare e comprendere i concetti chiave, interagire con l’insegnante con la giusta dose di sicurezza.
Una vista sana aiuta il bambino a partecipare serenamente alla lezione, a non rimanere indietro, a socializzare con spontaneità e vivere l’esperienza scolastica con positività, curiosità ed ottimismo.
La visita oculistica pediatrica
Alla luce di tutto ciò, risulta evidente che portare il bambino dall’oculista non significa soltanto misurare la vista. Rappresenta, infatti, uno step importante per accompagnare il piccolo verso un percorso di crescita fatto di autostima e sicurezza in se stesso, con la consapevolezza di avere le stesse potenzialità di apprendimento e partecipazione dei suoi compagni.
Patologie oculari e difetti visivi che concorrono ai disturbi dell’apprendimento
È un errore pensare che i bambini abbiano una vista praticamente perfetta ed infallibile. Dalla miopia all’occhio pigro, sino ad arrivare a patologie congenite, i disturbi che possono affliggere l’apparato visivo di un bambino non mancano. Programmare una serie di controlli della salute visiva è dunque importante per assicurare loro una crescita sana e non pregiudicare le loro possibilità di apprendimento e di socializzazione.
I disturbi dell’apprendimento
Avere difficoltà visive non significa solamente restare un po’ indietro rispetto alla classe. Alcune ricerche scientifiche hanno messo in correlazione le difficoltà visive con i disturbi dell’apprendimento. In taluni casi il bambino sviluppa un disturbo chiamato Disturbo Specifico dell’Apprendimento, che va di pari passo con alcuni sintomi visivi.
Sintomi visivi correlati al Disturbo Specifico dell’Apprendimento
- Mal di testa ricorrenti;
- Chiusura di un occhio per osservare il libro, ma anche la televisione, per esempio;
- Rotazione o inclinazione della testa da una parte, spesso a favore dell’occhio che vede meglio;
- Arrossamento o bruciore oculare;
- Difficoltà o lentezza eccessiva nella lettura.
Questi ed altri sintomi – assieme ad un rendimento scolastico incerto – devono fungere da campanelli d’allarme per il genitore. Si rivela dunque fondamentale sottoporre il bambino ad una visita oculistica. Sarà lo specialista a definire se il bambino soffra o meno di un disturbo visivo e quale possa essere il percorso terapeutico da intraprendere.
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Noto in tutto il mondo come uno dei più grandi geni di tutti i tempi, Leonardo Da Vinci non cessa di essere uno dei pilastri di molte discipline ancora oggi oggetto di studio da parte di studiosi e scienziati di tutto il mondo. Una mente sorprendentemente vivace ed eclettica, che ha saputo lasciare il segno non solo nella storia dell’arte, ma anche nella geologia, nell’astrologia, nella fisica, nell’anatomia. Oggi una ricerca scientifica basata sull’analisi di alcuni suoi dipinti riporta alla ribalta la figura di Leonardo Da Vinci, ipotizzando che forse egli potesse essere strabico.
La ricerca in questione è stata pubblicata nei giorni scorsi su Jama Ohptalmology da parte del professor Christopher Tyler, esperto in neuroscienze visive, già docente sia presso l’Università City of London sia presso l’istituto Smith Kettlewell Eye Research di San Francisco. Lo studioso ha preso in analisi sei ritratti ed autoritratti – due dipinti ad olio, due disegni e due sculture – osservando in ciascuno la posizione degli occhi dei protagonisti. In seguito a misurazioni ben precise e ad analisi approfondite, Tyler ha concluso che probabilmente Leonardo Da Vinci deve aver sofferto di strabismo, con una deviazione dell’occhio sinistro di -10.3°. Secondo lo studio, ad ogni modo, e vista la straordinaria perfezione di molte opere, nonché la notevole capacità di descrivere e ritrarre il reale in modo ineccepibile da parte di Leonardo Da Vinci, si suppone che egli soffrisse di esotropia intermittente. Se la teoria fosse confermata, Da Vinci non sarebbe il primo né l’ultimo artista ad aver lasciato il segno nella storia dell’arte internazionale nonostante una difficoltà visiva. Soffrivano di strabismo, infatti, anche Durer, Barbieri e Il Guercino.
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