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L’occhio che trema è un disturbo piuttosto fastidioso che si presenta quando meno ce l’aspettiamo e, come si è presentato, spesso tende anche a scomparire. La sua durata può essere di ore o peggio di giorni, e la sua compagnia non è di certo piacevole: tuttavia, anche se non è quasi mai sintomo di una patologia grave, è di certo un piccolo segnale che il nostro corpo ci manda. A cosa è dovuto questo intermittente tremolio della palpebra? Scopriamolo assieme.

Occhio che trema, le cause possibili

Le cause possibili del tremolio della palpebra sono generalmente riconducibili a:

  • momenti di stress, di tensione, di ansia che capita di attraversare a volte in modo anche non del tutto consapevole
  • un consumo eccessivo di caffeina
  • assunzione di alcuni tipi di farmaci

Cause meno comuni possono essere patologiche, come:

  • glaucoma
  • uveite
  • blefarite
  • Morbo di Parkinso
  • sindrome di Tourette

I segnali del corpo

Tra i segnali che il nostro corpo ci invia per farci capire che forse abbiamo raggiunto un limite di ansia e tensione, figura sicuramente il tremolio della palpebra, ma non solo. Vanno citati anche i disturbi del sonno, un malumore persistente, la perdita o l’eccesso di appetito, la manifestazione di reazioni spropositate rispetto ad eventi tutto sommato modesti. E’ importante, dunque, ascoltare il nostro corpo, cercare di capire cosa non va e cercare di “fare marcia indietro”. Ma come?

Occhio che trema: come interpretare i segnali del nostro corpo

Interpretare correttamente i segnali che il nostro organismo ci manda – come l’occhio che trema – è il primo passo per invertire la rotta e prenderci più cura di noi stessi, anche sul piano emotivo. La prima cosa da fare è mettere in atto una serie di abitudini sane e non lasciarci andare a routine sbagliate:

  • rispettiamo gli orari di veglia e sonno, riposando adeguatamente in una stanza ben areata e ben pulita
  • curiamo la nostra igiene personale
  • mangiamo correttamente con frutta e verdura di stagione
  • concediamoci una passeggiata all’aria aperta
  • non perdiamo l’abitudine di fare qualche telefonata agli amici, di leggere un buon libro, di volerci bene

Se tutto questo ci sembra difficoltoso, impariamo a chiedere aiuto agli altri ed a manifestare senza timore il nostro disagio.

L’occhio che trema dunque non è nulla di allarmante in sé e per sé, ma può comunque essere la “punta dell’iceberg” rispetto ad uno stato d’animo che non ci fa stare bene. In caso di dubbio, o qualora il tremolio della palpebra sia persistente, conviene comunque sentire il parere di uno specialista, consultando il medico di famiglia oppure prenotando una visita oculistica specialistica.

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Colore degli occhi - Neovision Cliniche Oculistiche

Il colore degli occhi è quella caratteristica che madre natura con la genetica ci ha donato, e che ci accompagnerà per tutta la vita. Il colore dell’iride, così come la forma degli occhi o la variegata gamma di espressioni facciali, concorre a parlare chiaramente di noi. A raccontare chi siamo, a renderci riconoscibili. Ma da cosa dipende il colore degli occhi? Cosa distingue una persona con gli occhi chiari da una con gli occhi scuri? E ancora: perché alla nascita abbiamo tutti gli occhi azzurri, grigi o tendenti al blu? Scopriamolo insieme.

Da cosa dipende il colore degli occhi

Dal punto di vista strettamente scientifico, il colore dell’iride dipende dalla quantità di melanina contenuta all’interno dell’epitelio e dello stroma. Quando la melanina è depositata negli strati più profondi della cornea, si avranno occhi più scuri. Se invece la melanina è presente solo negli strati più superficiali, si avranno occhi più chiari. Come accade per la pelle, inoltre, la melanina esercita anche un’azione protettiva nei confronti dei raggi ultravioletti: dunque, chi ha occhi chiari tende ad averli più delicati di chi invece li ha scuri. Il colore più diffuso al mondo è quello marrone scuro, mentre gli occhi chiari, verdi o azzurri sono più rari, specie in alcune popolazioni.

Perché nasciamo tutti con gli occhi azzurri?

In realtà, alla nascita il colore degli occhi dei bambini ha una tonalità che varia dal grigio, all’azzurro al blu. Il colore dell’iride si formerà più tardi, quando il corpo comincerà a produrre melanina. Si consideri che il neonato ha trascorso nove lunghi mesi nel grembo materno dove, in assenza di luce, l’attività dei melanociti non era necessaria. Solo dopo alcune settimane di vita e con l’esposizione alla luce, i melanociti cominceranno a produrre melanina e l’occhio acquisirà colore. Il colore definitivo si avrà tra i 12 mesi ed i 3 anni circa.

Come mai in età avanzata gli occhi tendono a diventare più chiari?

Con l’avanzare dell’età l’organismo va incontro ad un calo di melanina. Non è infrequente, dunque, notare un cambio di colore degli occhi mano a mano che il tempo passa. Il calo di melanina nell’anziano è riscontrabile anche a livello di epidermide, con la formazione delle cosiddette lentigo senili, macchie della pelle dovute proprio ad una disomogenea distribuzione dei melanociti, le cellule deputate alla produzione di melanina.

E perchè a volte sembra che il colore degli occhi cambi a seconda del tempo che fa?

Capita spesso di notare un cambiamento nel colore dell’iride in conseguenza del tempo meteorologico. Questo accade in particolar modo nelle persone con gli occhi più chiari, nocciola, verdi o azzurri. In realtà il colore degli occhi non subisce alcuna variazione: si tratta semplicemente di un effetto dovuto al fatto che gli occhi chiari riflettono maggiormente la luce mentre, al contrario, gli occhi scuri tendono ad assorbirla. A seconda del tipo di giornata e di luce, insomma, gli occhi azzurri potranno sembrare grigi, mentre gli occhi nocciola sembreranno verdi.

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Spray al peperoncino: effetti sugli occhi | Nelle ultime settimane si è sentito spesso parlare di spray al peperoncino, un dispositivo di autodifesa che si può facilmente acquistare sia online che presso negozi fisici e che si può tenere comodamente in tasca ed usare all’occorrenza per allontanare eventuali aggressori. Tuttavia non è infrequente che, soprattutto tra i più giovani, si faccia un uso sbagliato dello spray al peperoncino. Cosa fare se la sostanza urticante contenuta nello spray entra in contatto con gli occhi?

Ecco qualche consiglio utile per rimuovere lo spray al peperoncino dagli occhi ed alleviare i sintomi di irritazione.

Ricordiamo, tuttavia, che prima di prendere qualunque iniziativa, è sempre bene consultare l’oculista oppure recarsi presso il pronto soccorso più vicino.

Spray al peperoncino: effetti e cose da fare

1 – Lenti a contatto

Se nel momento in cui entrate in contatto con lo spray al peperoncino state indossando le lenti a contatto, la prima cosa da fare è sicuramente toglierle. Togliendo le lenti, toglierete anche lo spray che si è depositato su di esse, alleviando il bruciore.

2 – Acqua fresca

Bagnate gli occhi con acqua fresca corrente, che aiuterà a lavare via lo spray urticante, anche se non completamente: di solito questi prodotti hanno una base oleosa davvero difficile da eliminare. Bagnate senza strofinare, e l’acqua fresca vi darà sollievo.

Spray al peperoncino: effetti e cose da non fare

1 – Strofinare

Anche se l’istinto è quello di toccare, premere e strofinare gli occhi, cercate di resistere. Strofinando non fareste altro che spargere il liquido urticante anche laddove forse non è ancora arrivato, e peggiorereste la situazione. Aprite e chiudete gli occhi più volte, cosicché il film lacrimale eserciti la sua naturale funzione di “lavaggio” dell’occhio. Anche quando bagnerete l’occhio con acqua fresca corrente, non strofinate, ma tamponate delicatamente.

2 – Usare colliri, saponi o altri prodotti

Se non siete né medici né oculisti e non siete sicuri di quello che state facendo, evitate di prendere iniziative che potrebbero innescare un peggioramento dei sintomi o altri danni ai tessuti oculari, in primis la cornea o la congiuntiva. Probabilmente in rete leggerete una miriade di consigli circa tipologie di saponi o addirittura “ingredienti” da usare per lavare gli occhi dallo spray al peperoncino. Lo stesso vale per i colliri che potreste avere sottomano. Non fate nulla di tutto ciò prima di aver consultato l’oculista o il pronto soccorso.

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Intervento di cataratta: intervista alla signora Carolina

Intervista alla paziente

La signora Carolina, di Milano, ha acconsentito a rispondere ad alcune domande in merito all’intervento di rimozione della cataratta al quale si è sottoposta.

Carolina, grazie per aver accettato di condividere la sua esperienza. Cominciamo subito col chiederle: come vedeva prima dell’intervento?

Vedevo un po’ offuscato, mi sentivo meno sicura in auto e a volte avevo difficoltà con i gradini: salire e scendere le scale mi creava difficoltà perché non avevo il senso della profondità e temevo di cadere. Inoltre, non riuscivo più a dedicarmi al mio hobby preferito, il cucito, con la precisione e la serenità di un tempo. Cucire era diventato difficoltoso e stancante.

Cosa ha provato pochi istanti prima dell’intervento? Era agitata? Il medico che l’ha operata é stato rassicurante? É stata messa a suo agio? 

Inizialmente un pochino agitata sì: è sempre un intervento, e gli occhi sono delicati. Ma appena arrivata sono stata seguita dall’anestesista, che ha controllato i miei esami e mi ha dato delle goccine calmanti. Il chirurgo mi ha rassicurato, dicendomi che avrebbe fatto del suo meglio e che tutto era già stato predisposto per ottenere il risultato desiderato che avevo espresso in visita, quindi ho affrontato l’intervento in modo tranquillo. Tutti sono stati così gentili!

Cosa ha provato durante l’intervento? Cosa vedeva o sentiva? Quali sensazioni ha provato? É stato fastidioso?

Mi hanno fatto l’anestesia con gocce di collirio, quindi ero sveglia. Sentivo tutto quello che il chirurgo e gli infermieri dicevano, ma ero tranquilla, non provavo dolore… solo una sensazione di pressione sull’occhio, assolutamente sopportabile.

Durante l’intervento il medico le parlava? 

Prima di iniziare mi ha raccomandato di cercare di stare ferma e di non muovermi, perché la collaborazione del paziente è importante. Durante l’intervento mi ha spiegato i passaggi fondamentali e mi ha dato indicazioni sulla luce da guardare.

Quanto è durato l’intervento? Al termine dell’intervento come si sentiva? É stata bendata? Ha dovuto instillare un collirio antibiotico, portare occhiali da sole, seguire particolari indicazioni? 

Quando sei sul lettino il tempo ti sembra infinito! Invece l’operazione è durata quindici, forse venti minuti. Al termine il dottore mi ha detto di stare tranquilla e che tutto era andato bene. Non mi ha bendato, e mi ha spiegato come seguire la terapia con il collirio antibiotico per le settimane a seguire. Ho utilizzato per una decina di giorni gli occhiali da sole, per proteggere l’occhio. Ho rispettato l’accorgimento, sempre per i primi 7-10 giorni, di non chinarmi e non sollevare pesi.

Quando ha recuperato totalmente la capacità visiva dell’occhio operato? Riesce già ad apprezzare l’esito dell’intervento? Consiglierebbe l’intervento di cataratta? 

Già il giorno dopo, anche se con la pupilla ancora un pochino dilatata, vedevo meglio. La visione era già molto più nitida e soprattutto le luci e i colori erano molto più brillanti. Incredibile. Dopo due o tre giorni ho ripreso le mie normali attività. Come mi avevano prospettato, a distanza di tre o quattro settimane il mio recupero era buono e la visione assestata. Oggi, dopo tanto tempo, riesco di nuovo a dedicarmi con piacere e sicurezza al mio passatempo preferito, il cucito. Un traguardo straordinario che mi riempie di gioia, raggiunto con un intervento per niente invasivo. Sì, lo consiglierei senz’altro.

© Fotografie di Francesca Raso

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viaggiare è sicuro per gli occhi oppure no

Patologie oculari e viaggi | Quando la primavera ci fa tornare voglia di uscire, il pensiero corre subito a un viaggio. La voglia di programmare un momento di evasione si fa più che mai sentire. Complici i prezzi accattivanti dei biglietti, oggi più che mai si tende a viaggiare in aereo per raggiungere comodamente ed in poche ore le proprie mete preferite. Ma i nostri occhi sono “pronti” a volare? Quindi, esistono delle condizioni o delle  patologie dell’occhio che, ci piaccia o no, ci costringono a rimanere letteralmente coi piedi per terra? Scopriamo insieme la risposta a questo quesito. 

Come regolarsi dopo un intervento di chirurgia oculare?

Non è infrequente che i nostri pazienti ci pongano la fatidica domanda: posso viaggiare in aereo dopo un intervento di chirurgia oculare oppure se soffro di una patologia oculare? Partiamo dalla prima possibilità.

Informa sempre il medico che ti ha operato della tua intenzione di viaggiare

Chi si è sottoposto ad un intervento di chirurgia oculare dovrebbe informare il proprio medico della propria intenzione di viaggiare in aereo. Anche se l’aereo potrebbe non rappresentare un rischio per la salute degli occhi, a seguito di un intervento di chirurgia oculare potrebbe rendersi necessario rimanere nei paraggi del proprio luogo di residenza, così da trovarsi nelle vicinanze del proprio medico di fiducia in caso di qualunque tipi di problema o necessità. E non solo: se il decorso post-operatorio prevede che vengano eseguiti dei controlli, è bene non mancare all’appuntamento.

Ascolta sempre il consiglio dell’oculista

Ad ogni modo, dopo un intervento, aspetta a viaggiare in aereo fino a quando il medico ti darà via libera. Alcuni interventi di chirurgia refrattiva prevedono solamente l’uso del laser, mentre altri invece sono un pò più complessi, e possono prevedere l’iniezione nell’occhio di una piccola bollicina di gas, come avviene per esempio durante il trapianto di cornea. Se viaggi in aereo, questa piccola bollicina potrebbe spostarsi o espandersi, come conseguenza del cambio di pressione: ecco perché è importante attenersi alle indicazioni del medico circa i comportamenti da seguire dopo un intervento oculare.

E dopo l’intervento di cataratta, posso volare?

L’intervento per la rimozione della cataratta non rappresenta un ostacolo ai viaggi in aereo. E’ possibile viaggiare anche subito dopo l’intervento, a patto che si siano completati tutti i controlli post operatori.

E nel caso di una patologia oculare?

Se invece ti è stata diagnosticata una patologia oculare, consulta sempre il tuo medico oculista di fiducia circa le attività che faresti bene a limitare o a evitare. Assicurati che le raccomandazioni del medico ti siano chiare, e non esitare a fare domande – anche quelle che potrebbero sembrarti più sciocche – in caso di dubbi.

Se vado soggetto a miodesopsie, posso volare?

Certo. L’aereo non peggiora le cosiddette “mosche volanti”. Puoi imbarcarti tranquillamente e fare buon viaggio.

Ho appena terminato una visita oculistica durante la quale mi hanno dilatato le pupille. Posso volare senza timore?

Assolutamente sì. L’unica accortezza sarà quella di portare con te un buon paio di occhiali da sole, perchè potresti essere molto sensibile alla luce.

 

Fonte: AAO

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