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sindrome dell'occhio secco e malattie intestinali - Neovision Cliniche Oculistiche

Si dice spesso che l’intestino è, in qualche modo, il nostro “secondo cervello”. Effettivamente, l’intestino riveste un ruolo di primo piano non solo per quanto riguarda l’andamento delle funzioni gastrointestinali e l’assimilazione dei nutrienti, ma anche con riferimento al mantenimento di un stato ottimale di salute del nostro organismo. Dal suo buon funzionamento dipende infatti, più o meno direttamente, anche il benessere di molti altri organi. E la salute oculare in questo senso non è da meno. Già a suo tempo avevamo indagato il legame tra il microbiota intestinale e la salute oculare, con particolare riferimento alla prevenzione della degenerazione maculare senile. Oggi vediamo, invece, la connessione tra le patologie croniche a carico dell’intestino e la Sindrome dell’Occhio Secco.

Malattie croniche intestinali: sintomi non circoscritti

Tra le malattie infiammatorie croniche dell’intestino figurano, per citare quelle con maggiore incidenza a livello mondiale, il morbo di Crohn, la colite ulcerosa e la sindrome del colon irritabile, comunemente indicata come colite. La sindrome del colon irritabile è spesso confusa con un disturbo passeggero ma è, al contrario, una patologia cronica ben definita. Essa include una serie di sintomi ricorrenti, curabili ma mai guaribili del tutto. In generale, le patologie infiammatorie croniche intestinali si possono manifestare con sintomi su distretti ed organi ben lontani dall’intestino. Incluso l’apparato visivo, spesso interessato dalle complicanze di questo genere di patologie.

Sindrome dell’Occhio Secco fra le complicanze di Morbo di Crohn e Colite Ulcerosa

Tra i disturbi oculari causati dalle patologie croniche intestinali ve ne sono alcuni lievi e transitori, altri invece più importanti. Eccone elencati alcuni:

  • Sindrome dell’Occhio Secco: questa patologia figura al primo posto nella lista per incidenza. Si stima infatti che il 50% dei pazienti affetti da Morbo di Crohn e Colite Ulcerosa sia anche affetto da Sindrome dell’Occhio Secco. (Fonte: Microibd.it)
  • Congiuntivite;
  • Blefarite;
  • Glaucoma;
  • Neurite ottica;
  • Alcune patologie meno comuni della retina, come gli edemi;
  • Uveite.

Sarà il medico a dover effettuare tutte le valutazioni cliniche del caso ed a predisporre l’adeguata terapia orientata a far ritrovare al paziente affetto da patologia intestinale cronica il suo benessere oculare. In generale, il trattamento può spaziare da colliri lubrificanti, a farmaci antinfiammatori, steroidi o corticosteroidi, sino ad arrivare a soluzioni più innovative, specie per ciò che concerne i pazienti affetti da Sindrome dell’Occhio Secco.

Sindrome del Colon Irritabile e Sindrome dell’Occhio Secco: così distanti eppur così vicine

Se la Sindrome dell’Occhio Secco ha una forte incidenza tra le persone con malattia di Crohn e colite ulcerosa, anche chi è affetto da colon irritabile sembra esserne colpito. Diversi studi scientifici hanno infatti messo in luce l’esistenza di un vero e proprio legame tra intestino ed apparato visivo, con particolare riferimento alla connessione tra la sindrome del colon irritabile e la Sindrome dell’Occhio Secco.

Da un microbioma all’altro, il passo è breve

Così come, all’interno dell’intestino, il microbioma regola il buon andamento delle funzioni digestive, analogamente sulla superficie oculare esiste un delicatissimo e preziosissimo micro habitat batterico.

Diversi studi scientifici hanno messo in correlazione questi due insiemi di preziosissimi microorganismi, sottolineando come dal benessere del microbioma intestinale possa dipendere direttamente anche quello del micro habitat oculare. Va da sé, quindi, che un’alterazione del primo possa innescare alcune patologie della superficie oculare, come blefariti e congiuntiviti ricorrenti, ma soprattutto la Sindrome dell’Occhio Secco.

LAVMe, il protocollo terapeutico per l’occhio secco

Anche in questo caso, la valutazione clinica da parte dell’oculista è fondamentale per mettere a punto un percorso terapeutico mirato. A questo proposito, gli specialisti di Neovision hanno messo a punto LAVMe, un protocollo di cura innovativo volto a restituire uno stato di benessere globale al paziente affetto da Sindrome dell’Occhio Secco.

Leggi anche: Sindrome dell’Occhio Secco e Reflusso Gastroesofageo, quale connessione?

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La cataratta è una patologia oculare strettamente connessa all’avanzare dell’età. Essa colpisce prevalentemente i soggetti anziani, ma può manifestarsi anche in giovane età, oppure essere già presente sin dalla nascita. A questa distinzione basata sull’età del paziente, se ne aggiungono altre. Quella relativa allo stadio della patologia, e quella relativa alla tipologia di cataratta. Cerchiamo di comprenderle meglio. 

Gli stadi della cataratta: iniziale o maturo?

Prima di entrare nel merito delle tipologie di cataratta, vale la pena di spendere due parole anche sull’argomento degli stadi della patologia. La cataratta è una patologia che avanza in modo irreversibile ed inarrestabile. L’unico modo per arrestare l’opacizzazione del cristallino è l’intervento. Fino ad alcuni anni fa, l’intervento implicava un tempo di riabilitazione ed un recupero visivo più lungo, e dunque si preferiva evitarlo fino a quando non fosse stato assolutamente necessario. Ecco perché la cataratta veniva operata solamente quando era in uno stadio avanzato. Oggi invece, complici i grandi progressi della tecnologia applicata alla chirurgia oftalmica, l’intervento è più agevole per il chirurgo e più confortevole per il paziente ed offre un recupero post operatorio decisamente veloce. E non solo: a differenza di quanto avveniva alcuni anni fa, l’intervento di cataratta rappresenta oggi una valida opportunità: quella di risolvere in un’unica soluzione anche i difetti visivi – miopia, ipermetropia e astigmatismo – e la presbiopia.

Quali sono invece le diverse tipologie di cataratta?

Ora che abbiamo chiarito che la cataratta, pur essendo una patologia irreversibile, dipende da alcune variabili come l’età del paziente, la causa della sua insorgenza e lo stadio di avanzamento, è il momento di entrare nel merito anche delle sue tipologie. Perché se è vero che la cataratta è l’opacizzazione del cristallino, è anche vero che questa opacizzazione può formarsi in diversi modi, principalmente tre:

  • Cataratta nucleare

La cataratta nucleare è la forma più comune delle tre. Nel caso della cataratta nucleare, l’opacizzazione avviene a partire dal centro del cristallino e progredisce verso l’esterno. E’ la tipica cataratta dell’anziano.

  • Cataratta corticale

La cataratta corticale si espande invece dalla periferia del cristallino verso il centro. Anche questa tipologia di cataratta si manifesta spesso nel soggetto anziano, ma è anche tipica del paziente diabetico.

  • Cataratta sottocapsulare posteriore

Nella cataratta sottocapsulare posteriore, l‘opacizzazione inizia dalla parte centrale posteriore del cristallino. La causa di questa tipologia di cataratta non è sempre l’invecchiamento, ma può essere anche una patologia sistemica oppure l’assunzione di dosi massicce di corticosteroidi. La sua progressione è tendenzialmente più lenta delle due sopracitate.

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